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Le location di Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli

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Il 1968 viene da tutti ricordato per il grande fenomeno sociale dei grandi movimenti di massa e per i primi movimenti di contestazione giovanile. I giovani irrompono nel contesto politico. Gli anni Sessanta sono stati infatti gli anni in cui i giovani si sono ridefiniti come classe sociale a se stante, esprimendo la loro mentalità nuova, desideri di indipendenza e libertà, gusti e stili diversi visibili anche in ambiti quali la moda, la musica e il cinema.
Proprio in questo contesto Franco Zeffirelli, terminato il periodo di gavetta assieme a Luchino Visconti, fa una scelta assolutamente rivoluzionaria: anziché chiamare, come aveva fatto l’anno prima con Liz Taylor e Richard Burton per “La bisbetica domata”, dei grandi attori con esperienza, affida i ruoli da protagonista di Giulietta e di Romeo a Olivia Hussey, 16 anni, e a Leonard Whiting, 18 anni.  “Romeo e Giulietta” ebbe un grande successo essendo un film sui giovani, con i giovani e per i giovani, e portò alla ribalta non solo il dramma shakespeariano dell’amore impossibile, ma anche quello dell’incomunicabilità e dell’incomprensione del modo di vedere e di sentire dei giovani agli occhi dei genitori e della società in cui vivono.

La scena si apre con delle vedute della città di Verona, che accompagna il prologo dell'opera sulle note scritte da Nino Rota. Per il regista sarebbe però stato troppo scontato, e anche piuttosto complicato, girare il film proprio in quella località. Trovò quindi le sue location ideali tra la Toscana, il Lazio e l’Umbria. La maggior parte del film è infatti stato girato nei borghi di Tuscania, Gubbio, Pienza e Artena.

Tuscania
Sebbene sia oltre il confine che separa la Toscana dal Lazio, è uno dei più bei paesi della Tuscia (l'antica Etruria meridionale). Ai nostri occhi appare di origine romana, ma ha una storia che attraversa anche il periodo medievale, tra lotte di potere con lo Stato Pontificio ed estenuanti lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Il regista scelse la piazza e la chiesa di San Pietro per ambientare alcune scene del film. La chiesa è in stile romanico e risale all'XI secolo. Sorge sull’omonimo colle, un tempo sede della necropoli etrusca, e si affaccia su un grande spiazzo verde.
L’interno è a pianta basilicale a tre navate, divise da sei campate, e conserva il pavimento e il presbitero ancora intatti. E’ proprio qui che i due protagonisti, grazie alla protezione della balia e di Frate Lorenzo, si sposano.

Vicino all’altare si accede alla cripta, ritmata da ventotto colonne, probabilmente rimpiegate da edifici romani o alto medievali, che sostengo la copertura fatta di volte a crociera. Ed è proprio qui che il dramma si consuma col suicidio dei due protagonisti. 


Gubbio
Il celebre paese della provincia di Perugia, noto per il suo passato da libero comune e per i soggiorni di San Francesco, ha ospitato le scene più turbolente del film, come il duello tra Tebaldo e Mercuzio, e poi quello di Mercuzio e Romeo, e proprio in Via Ducale sorge quella che allo spettatore appare come la casa dei Montecchi.




Pienza e Artena
Ma tutta la storia ha inizio durante una festa a casa Capuleti. Giulietta danza e corre nello splendido cortile di palazzo Piccolomini, detto anche Pontificio, essendo stato commissionato da Enea Piccolomini, poi papa Pio II, nell’ambito del progetto di ricostruzione di Pienza come città ideale. La splendida costruzione rinascimentale sorge proprio a lato della piazza del Duomo, dove Mercuzio, alla luce delle torce e mentre si sta recando con Romeo alla festa che cambierà le loro vite, pronuncia il suo monologo sulla regina Maab.


Conosciuta Giulietta, Romeo riesce a scavalcare le mura del palazzo fino ad arrivare al balcone di Giulietta. Di colpo ci troviamo in un altro piccolo paese della toscana, Artena, e più precisamente a Palazzo Borghese, eretto da quello stesso Cardinale Scipione Borghese che creò quella grandissima collezione d’arte anche oggi ammirabile a Roma: Villa Borghese. La costruzione della dimora ad Artemia risale quindi al XVII secolo, risultato dell’unione delle antiche dimore dei Colonna e dei Massimo tramite una galleria monumentale, ad opera dell’architetto olandese Giovanni Van Santen.



Si potrebbe pensare che questi quattro importanti borghi siano stati bene felici di essere scelti da Zeffirelli. Certamente sì, ma sono stati poi successivamente utilizzati da molti altri registi. A Pienza nel 1996 c'è stato Anthony Minghella col suo "Il paziente inglese"; Ad Artena, nel 2000, c'era James Ivory con " La coppa d'oro", tratto da Henry James; a Gubbio, Zeffirelli tornò con "Fratello sole, sorella luna" del 1972, poi Liliana Cavani col suo "Francesco" con Mickey Rourke. A Tuscania, due nomi molto importanti: Orson Welles con l'Otello del 1952 e Pier Paolo Pasolini con "Uccellacci e uccellini" del 1966. 

Chiudo proponendovi un estratto dal film: la scena del ballo a casa Capuleti, quando i due ragazzi si vedono e si incontrano per la prima volta.

 

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