“La
Maschera di Ferro” è un film del 1998 diretto da Randall Wallace, che vede
protagonisti Leonard0 Di Caprio, reduce dal grande successo del film “Titanic”, nel ruolo di Luigi XIV, John Malkovich,
Gabriel Byrne, Gerard Depardieu e Jeremy Irons nei ruoli dei quattro
moschettieri resi celebri dalla penna di Alexandre Dumas. La pellicola ce li presenta ormai anziani: Athos
conduce una tranquilla esistenza con il figlio Raoul. Porthos, appesantito, fa
vita godereccia. Aramis ha seguito la sua fede ed è diventato sacerdote. Solo
D'Artagnan è ancora al servizio del Re come Capitano dei moschettieri. Sul trono
di Francia siede il crudele e arrogante Luigi XIV, che sta riducendo il Paese
alla fame. Intanto, da quasi dieci anni, un misterioso individuo vive segregato alla Bastiglia, col viso coperto da una maschera di ferro. I quattro
Moschettieri, decisi a salvare la Nazione, decideranno di tornare insieme per liberare
il prigioniero e riportare sul trono una persona degna.
Il
film è stato interamente girato in Francia, sfruttando principalmente tre
castelli dislocati nei dintorni di Parigi.
Vaux-le-Vicomte
Le
scene di corte che troviamo nel film, dove si susseguono feste, giochi nei parchi e
grandi ricevimenti, sono state interamente ambientate in questo castello. Situato
a Melun, a cinquanta chilometri dalla capitale, venne edificato per volere di
Nicolas Fouquet, sovrintendente alle finanze di Luigi XIV, nella seconda metÃ
del 1600 dall’architetto Louis Le Vau, con decorazioni di Charles Le Brun e
giardini progettati dal paesaggista André Le Notre: sempre questi tre maestri
saranno coloro che verranno poco dopo incaricati della costruzione della reggia
di Versailles. Il castello ebbe una breve ma intensa stagione di feste e di
eventi culturali, fra i frequentatori abituali vi furono il poeta La Fontaine e
il commediografo Moliere: un'opera teatrale di quest'ultimo fu inscenata
durante la sontuosa festa di inaugurazione tenutasi il 17 agosto del 1661, alla
presenza di Luigi XIV e rallegrata da una lussuosa cena organizzata da Vatel,
grande maestro di cerimonie reso celebre dall’omonimo film, anch’esso girato
qui, con protagonista sempre Gerard Depardieu. Nel giro di poche settimane andò
invece in scena un dramma: la caduta in disgrazia di Fouquet, in seguito
arrestato e imprigionato, su incarico del sovrano, da Colbert, che divenne
Ministro delle Finanze al suo posto. La leggenda vuole che la caduta in disgrazia di Fouquet
fosse causata dall'invidia del sovrano per la magnificenza del castello del suo
sottoposto, ma in realtà la sorte di Fouquet era già segnata ben prima
dell'inaugurazione della sua residenza.
Pierrefonds
Le
scene della prigionia di Filippo e della sua fuga sono state principalmente
girate in questo castello che si trova a nord della capitale, tra
Villers-Cotterets e Compiegne. Il castello attuale risale al progetto di
Jean Le Noir, architetto di Carlo VI, che trasformò la Contea di Valois, della
quale la Piccardia era parte, in un ducato che diede al fratello Luigi, duca di
Orlean. Durante il regno di Luigi XIII il castello venne assediato da
Richelieu, poiché all’epoca di proprietà di Francois-Annibal d’Estrees, che
aveva aderito al “partito dei malcontenti”, movimento guidato dal principe di Condé che tentò di avvelenare il sovrano, nel
1617. Nel 1810 venne acquistato e restaurato da Napoleone, dopo secoli di
rovina. La leggenda afferma che Porthos, uno dei tre moschettieri, ne fosse il
castellano.
Fontainebleau
Qui
Wallace decise di ambientare la scena della rivolta dei parigini per la distribuzione del cibo
marcio e il quartier generale dei Moschettieri del re. Il castello reale di
Fontainebleau è un castello in stile rinascimentale e classico ed è situato a
sud di Parigi. Importante luogo della storia di Francia, il castello è stata
dimora dei re francesi da Francesco I a Napoleone III. Dal 1981 fa parte del
patrimonio mondiale dell’UNESCO. Testimonia l’incontro tra l’arte italiana e la
tradizione francese espressa sia nell’architettura che nei decori interni. Fu
infatti volontà di Francesco I di creare una “nuova Roma” Ricevé dei quadri da
parte del Papa, collezioni di opere dei maestri italiani ( a Gioconda e la
Vergine delle Rocce di Leonardo, la Santa Famiglia, San Michele e la Bella Giardiniera di Raffaello). Per la decorazione del castello,
commissionò a Rosso Fiorentino di realizzare il padiglione di Pomona e
soprattutto una grande galleria. Giorgio Vasari parlò della reggia di Fontainebleu come “Nuova Roma”,
dove gli artisti italiani potevano esprimere il loro talento e trasmetterlo sul
suolo francese. Nacque così la “ Scuola di Fontainebleau”, che ispirò la
pittura francese fino alla metà del XVIII secolo.
Concludo proponendovi una scena tratta dal film, che mostra Vaux-le-Vicomte al massimo del suo splendore.
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